Corsair K60 Pro TKL Recensione |La macchina dei giochi

2023-02-15 15:43:57 By : Mr. Jeron Zhong

Piccola, precisa, adeguatamente illuminata e relativamente silenziosa: è la tastiera K60 Pro di Corsair, che offre uno stretto indispensabile di grande qualità.

Il detto “less is more” si adatta piuttosto bene alla nuova tastiera K60 Pro TKL di Corsair. Il suo obiettivo, infatti, è quello di fornire ai videogiocatori tutti i pregi di una tastiera opto-meccanica e la compattezza del formato “tenkeyless”, cioè privo del tastierino numerico, da cui deriva la sigla TKL nel nome. Le sue misure sono davvero ridotte all’osso: solo 36 cm di lunghezza e 13,5 cm di larghezza, con un’altezza “massima” di 3,6 cm misurata sulla prima fila di tasti (Esc, tasti funzione, ecc), che però può aumentare di 1 cm aprendo i piedini posteriori, portando l’inclinazione a un massimo di 7°.

Lo chassis in plastica dura è coperto da una placca più resistente in alluminio satinato e il bordo rispetto all’area occupata dai tasti è di circa mezzo centimetro su tutti i lati. Non parliamo quindi di una soluzione completamente borderless e ultracompatta, ma di un ottimo compromesso tra lo spazio vitale delle tastiere standard e l’esigenza di ridurre l’ingombro il più possibile, mantenendo invariate le abitudini durante la digitazione. Non parliamo quindi di una soluzione completamente borderlessI keycaps in policarbonato sono resistenti e incisi con grande precisione, e la retroilluminazione è notevole, dando modo di leggere correttamente lettere e numeri posizionati sulla riga superiore di ciascun tasto. Decisamente meno incisiva, purtroppo, l’illuminazione dei simboli e delle lettere accentate sulla riga inferiore, visto che il LED RGB è posizionato sotto la metà superiore del keycap, lasciando il compito di “trasmettere” l’illuminazione anche alla riga inferiore tramite uno strato di plastica glossy semitrasparente.

Non parliamo quindi di una soluzione completamente borderless

Non è un grosso problema sul blocco alfanumerico, visto che ognuno di noi dovrebbe ormai conoscere perfettamente a memoria i simboli sui tasti numerici o la posizione delle vocali accentate, ma identificare le funzioni secondarie dei tasti funzione per accedere ai comandi multimediali, per esempio, può essere piuttosto faticoso. La scelta di usare keycaps standard, tuttavia, permette a chiunque di intervenire sostituendoli con un set bianco che comprometterebbe un po’ l’estetica della tastiera, ma ne migliorerebbe la leggibilità in ambienti già ampiamente illuminati.

La tecnologia impiegata per l’attivazione dei tasti è opto-meccanica. Questo significa che nel corpo meccanico di ogni pulsante, invece di un micro-interruttore elettrico, è stata posizionata una fotocellula: quando la pressione spinge l’asse centrale di 1 millimetro verso il basso, il flusso luminoso si interrompe e la fotocellula invia un impulso verso la logica integrata nella tastiera, che a sua volta “capisce” quale/i tasto/i abbiamo premuto e invia un segnale al computer. questa tecnologia permette di rilevare l’attivazione di un pulsante molto più rapidamentePrecisissimi test di laboratorio hanno dimostrato senz’ombra di dubbio che questa tecnologia permette di rilevare l’attivazione di un pulsante molto più rapidamente rispetto ai normali microswitch elettrici, ma stiamo parlando di tempi di reazione talmente ristretti (nell’ordine dei microsecondi di secondo), che l’umana capacità di premere ripetutamente lo stesso tasto difficilmente riuscirà mai a eguagliare.

questa tecnologia permette di rilevare l’attivazione di un pulsante molto più rapidamente

La tecnologia opto-meccanica, tuttavia, offre una maggiore resistenza all’usura e, al netto di possibili danni e difetti, una più lunga durata del prodotto: per la sua tecnologia OPX, Corsair garantisce una vita minima di 150 milioni di battute, specificando che alla 150-milionesima pressione un tasto dovrebbe ancora reagire esattamente come la prima volta. La tecnologia opto-meccanica, tuttavia, offre una maggiore resistenza all’usuraLa forza di attuazione è 45 grammi, un valore “intermedio” che costituisce un buon compromesso tra la leggerezza richiesta nelle fasi di gioco e la precisione necessaria in quelle di digitazione, allo scopo di ridurre al minimo gli errori. Per la cronaca, questo articolo è stato scritto proprio con la K60 Pro TKL al posto della mia tastiera usuale, e il cambio non mi ha creato alcun genere di problema d’adattamento (fatte salve, chiaramente, alcune abitudini che prevedono l’uso del tastierino numerico e di comandi multimediali diversi). La rapidità è comunque una caratteristica che si estende anche ad altre feature della tastiera, come l’esageratissimo polling fino a 8000 Hz. Spieghiamolo meglio.

La tecnologia opto-meccanica, tuttavia, offre una maggiore resistenza all’usura

Una delle variabili in gioco quando si parla di periferiche di input è la velocità di polling, cioè la frequenza con cui il computer “interroga” una porta di comunicazione in cerca di novità. Ai tempi delle porte PS/2 (qualcuno sicuramente se le ricorderà), questa velocità poteva raggiungere al massimo i 200 Hz, vale a dire che mouse e tastiere collegati potevano inviare i loro dati al computer al massimo 200 volte al secondo. Una delle variabili in gioco quando si parla di periferiche di input è la velocità di pollingUna velocità molto inferiore ai 1000 Hz garantiti dalle prime porte USB, che serve in parte a spiegare l’entusiasmo con cui fu abbracciato il nuovo standard appena disponibile. Con il progresso delle versioni del protocollo USB, questa velocità è aumentata ulteriormente e oggi, sacrificando una minuscola percentuale della potenza del processore centrale, possiamo salire fino a 8.000 Hz usando le porte USB 3.0 o superiori. Una maggiore frequenza di polling “garantisce” che il computer si accorgerà della pressione di un tasto nell’esatto momento in cui lo premiamo, o comunque in un intervallo di tempo inferiore al millisecondo successivo.

Una delle variabili in gioco quando si parla di periferiche di input è la velocità di polling

Ma è puro marketing: su queste pagine non smetteremo mai di ribadire la sostanziale inutilità di una frequenza di polling superiore a 1 KHz, perché difficilmente un essere umano potrà avere tempi di reazione inferiori al decimo di secondo, equivalenti nel nostro caso a 100 millisecondi (0,1s). Se a questi aggiungiamo anche i tempi necessari alla macchina per visualizzare un fotogramma sullo schermo e al computer per “aggiornare” la situazione in seguito all’input dell’utente, possiamo tranquillamente concludere che non faccia davvero alcuna differenza, se la pressione di un tasto viene percepita ogni 0,001 oppure ogni 0,000125 secondi. Ma se davvero ritenete plausibile il contrario, vi consiglio di collegare la tastiera direttamente al PC senza usare dispositivi KVM – magari per condividere la tastiera e il monitor tra più calcolatori – perché in quel caso lì la frequenza di polling si fermerebbe a quella garantita dallo switch.

Per sfruttare al meglio la retroilluminazione è necessario installare il software proprietario iCue, che ha il pregio di gestire contemporaneamente tutte le periferiche di Corsair eventualmente installate nel computer. Il programma permette di assegnare un colore e un effetto specifico a ogni singolo pulsante della tastiera, indipendentemente dal colore e dall’effetto scelto per tutti gli altri. Per capirci, è possibile stabilire che l’intera tastiera abbia un effetto arcobaleno con colori casuali in successione e i tasti W A S D, invece, restino permanentemente rossi e al massimo livello di illuminazione, oppure che pulsino per i fatti loro. Il programma permette di assegnare un colore e un effetto specifico a ogni singolo pulsante della tastieraPossiamo anche intervenire sugli effetti hardware, memorizzando impostazioni diverse sulla K60 Pro TKL che permangano anche in assenza del software, utile se siamo abituati a portarci dietro la tastiera in ufficio, o a casa di amici. iCue permette poi di programmare macro e assegnarle con relativa semplicità ai tasti, ma queste chiaramente funzioneranno soltanto col software installato.Va detto che Corsair non ha mezze misure sull’argomento: quando iCue è in funzione, i tasti di controllo hardware vengono completamente disattivati. Senza iCue, per esempio, è possibile scegliere l’effetto luminoso premendo il tasto Fn insieme a un pulsante numerico, o controllarne la velocità con Fn+? / Fn+^. Ma una volta che iCue sarà in funzione, queste combinazioni smettono completamente di funzionare. Chiaramente, senza software solo le funzionalità di base sono garantite, ma una cosa che mi ha un po’ indispettito è il non aver trovato nessuna indicazione, nella documentazione cartacea che accompagna il prodotto, sul loro uso si possono trovare queste informazioni solo sul manuale in PDF, reperibile on line esclusivamente seguendo un codice QR stampato all’interno della confezione.

Il programma permette di assegnare un colore e un effetto specifico a ogni singolo pulsante della tastiera

C’è tanta tecnologia nella K60 Pro TKL: un processore ARM a 32 bit incaricato di rilevare le nostre battiture e di inviarle con la massima celerità e precisione possibili al computer, eliminando del tutto il problema del ghosting quando più pulsanti sono premuti contemporaneamente. E non c’è che dire, la tastiera svolge i suoi compiti in modo assolutamente impeccabile, con un tocco netto e preciso che restituisce anche un feedback eccellente. ’unico aspetto poco accattivante è il prezzo al pubblico di 149 euro, giustificato da cotanta tecnologiaInsomma, mi piace proprio giocare e scrivere con questo dispositivo, anche mantenendo la frequenza di polling al rating standard di 1000 Hz (per curiosità sono salito a 2000 e anche più, ma – come prevedibile – non ho apprezzato alcun cambiamento). I pulsanti sono ben visibili grazie alla retroilluminazione (a parte i simboli in basso come il punto e la virgola) e ho proprio l’impressione che si tratti di un prodotto resistente, massiccio e duraturo. Nonostante le piccole dimensioni e il peso di soli 700 grammi, non l’ho vista correre sulla scrivania durante l’uso e gli spostamenti casuali sono proprio ridotti al minimo.

’unico aspetto poco accattivante è il prezzo al pubblico di 149 euro, giustificato da cotanta tecnologia

L’unico aspetto poco accattivante è il prezzo al pubblico di 149 euro, giustificato da cotanta tecnologia ma poco attraente rispetto alle offerte del mercato, tanto più se consideriamo che la differenza di prezzo col più completo modello K70 RGB TKL Champion Series, anch’esso opto-meccanico e molto compatto, ma dotato anche di comandi multimediali completi di rotella per il volume, è di soli 20 euro. In ogni caso, la K60 Pro TKL è come un’arma di precisione da portare sempre con sé, per il gioco come per il lavoro, che grazie alle ridotte dimensioni può albergare facilmente in uno zaino o nella borsa del PC portatile.

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